Trasformare l’investimento in Startup in Asset Class

Investire nell’economia reale ed in particolare nelle startup non è inseguire un sogno ma
cercare un’opportunità di ritorno finanziario.
Le trasformazioni dei modelli socio-economici sono sotto gli occhi di tutti:
• Bitcoin, una moneta elettronica esterna alla governance delle banche centrali ha un
circolante di circa mille miliardi di Dollari
• AirBnB non possiede alberghi come Uber non possiede una flotta di veicoli.
Entrambe valgono rispettivamente 86 e 88 Mld di Dollari.
Hilton Hotels e Avis valgono rispettivamente 34 e 6 Mld
I fenomeni di cui sopra uniti alla contrazione dei tassi di rendimento portano investitori e
famiglie a rivedere la gestione patrimoniale e di conseguenza chiedere ai propri interlocutori
finanziari un “advisory” che abbracci gli investimenti alternativi
Investire in startup richiede una competenza per individuare realtà interessanti che in 5-8
anni possano restituire un ritorno in termini di operazioni straordinarie quali stacco
dividendi, mercato secondario di cessione quote, operazione M&A, IPO.
E’ fondamentale selezionare una società target in cui sia visibile una delle operazioni esposte
che traguardano la cosiddetta “exit”. Altrimenti si rischia di trasformarsi in “felici possessori”
di una quota di minoranza riferita ad una società che va si bene ma a beneficio esclusivo dei
fondatori.
Quali sono gli elementi fondamentali per selezionare una Startup?
La prima azione fondamentale è la cosiddetta “market validation”, ovvero capire quanto è
grande il mercato sul quale l’idea della startup presa in esame possa essere applicato. Una
corretta “market validation” si basa anche sull’analisi di storie di successo pregresse che
possono essere considerate assimilabili a quella valutata. L’innovazione è continua ma spesso,
per quanto riguarda l’Italia, si possono trovare esempi analoghi in altri Paesi che consentono
di collezionare elementi utili a cogliere reali opportunità.
È importante riuscire a valutare i fondamentali di una realtà ma anche la sua capacità di
resilienza. Un’azienda diventa interessante non solo se riesce a cavalcare il mercato di
riferimento, ma anche se riesce a superare le sfide sul proprio percorso.
Per questi motivi bisogna essere in grado quali “Advisor” di conoscere quello che il
management ha in mente oggi (ovvero l’idea che secondo loro farà sfondare l’impresa) e la
visione sul domani (ovvero la capacità di cambiare il proprio percorso in caso di cambio delle
condizioni di mercato).
Ultimo ma non meno importante avere un quadro chiaro dello scenario di “exit” cioè del
ritorno dell’investimento
Stiamo vivendo un momento di grande crisi internazionale. Perché’ investire ora in
startup?
Proprio perché siamo nel pieno di una crisi è possibile assistere alla nascita di una storia di
lungo periodo interessante. Realtà quali Walt Disney, HP, Apple e Google sono nate proprio
durante le grandi crisi: Walt Disney durante la crisi del ’29, HP durante la recessione di fine
anni Trenta, Apple quando eravamo nel pieno della crisi petrolifera, Google nel pieno della
crisi delle “dotcom”.
Le opportunità potrebbero emergere proprio ora anche grazie alla grande liquidità presente
oggi sul mercato e alla necessità imposta dalla pandemia di ridisegnare molti ambiti socio-economici.

La stessa AIPB in un recentissimo studio, rileva come il 93% dei HNWI (soggetti che hanno
almeno 500 mila EUR di patrimonio liquido) intervistati voglia investire la propria liquidita. Il
65% di questi a sostegno dell’economia reale
Stiamo assistendo ad una trasformazione della figura del Consulente Patrimoniale a Wealth
Manager. È fondamentale un approccio olistico alle esigenze del Cliente che non può
prescindere dagli investimenti in Economia Reale. Gli investimenti in Startup con impieghi
comunque sempre al di sotto del 5% della propria liquidità, sono il primo passo per
avvicinarsi al Private Equity, quest’ultimo molto più impegnativo in termini di investimento
minimo e di conoscenze tecniche.

Dott. Fabio Blandino

Managing Partner InvestorClub