La nostra vita è sempre più digitale e in questi ultimi mesi lo è diventata ancora di più, per l’accelerazione inimmaginabile dovuta a tutte le opportunità offerte dalle tecnologia.
Spesso viviamo però in un grande disordine digitale; tempo fa, quando avevamo i raccoglitori pieni di documenti, trovavamo tempo e modo per fare ordine.
Oggi invece il nostro PC e il nostro smartphone testimoniano di come il nostro disordine cresca sempre di più, perchè le mail e le informazioni che riceviamo ogni giorno vanno più veloci rispetto al tempo che abbiamo a disposizione per metterle in ordine.
Le conseguenze del disordine digitale possono essere molteplici :
– più materiale abbiamo nei nostri dispositivi e più siamo esposti ad attacchi che possono minare la nostra sicurezza (sia per l’azienda che per la famiglia)
– le numerose password (o a volte anche una sola) che utilizziamo per accedere ai nostri account sono diligentemente segnate su un foglio excel, blindato nel nostro PC, o su un foglietto volante, nascosto da occhi indiscreti in un cassetto, nel migliore dei casi.
Dobbiamo chiederci: che ne sarà di tutte le nostre informazioni disperse in Rete?
I nostri dati personali, i nostri testi, i nostri contatti, le nostre foto andranno irrimediabilmente persi?
Tutto questo rappresenta la nostra persona e la nostra eredità digitale per i posteri.
Sappiamo che nel momento del decesso tutti i beni mobili e immobili del soggetto defunto vengono trasmessi automaticamente agli eredi, naturali o designati, tramite un testamento o lasciando tutto al caso. Eppure i beni personali digitali sfuggono a questa logica successoria che riguarda i soli beni patrimoniali.
Se ragioniamo in termini di valore quali dei due tipi di beni conta di più? Potremmo considerare poi non solo il valore economico, ma anche quello affettivo…
Mettere al riparo questi dati personali, nell’attuale situazione di vuoto normativo sul testamento digitale, è anche una questione di dovere morale e di rispetto non solo di sè stessi ma anche dei propri familiari e dei propri amici.
Venendo al concreto la domanda che dobbiamo porci è questa: che cosa sarà del nostro profilo di Facebook, dei nostri dati e testi salvati in cloud, delle nostre valute digitali in bitcoin e altcoin di cui attualmente tanto si parla?
E ancora: che ne sarà di quei documenti, conversazioni, foto o ricordi che non vorremmo in nessun modo che vengano trovati?
Ecco che la gestione del “dopo di noi digitale” diventa quindi di primaria importanza per un consulente patrimoniale, per le grandi potenzialità di soddisfazione di bisogni appena nati e crescenti dei suoi clienti.
In Italia esistono piattaforme (tra cui eLegacy) che agiscono sulla base di un mandato post mortem exequendum, attraverso cui il mandante conferisce alla piattaforma (mandatario) l’incarico di eseguire tutte le attività di consegna agli eredi o di cancellazione dei dati presenti, garantendo una puntuale gestione dell’eredità digitale e aiutandoci a mantenere in ordine i nostri archivi digitali.
Quanto diventa importante in fase di consulenza e quanto è necessario per una corretta pianificazione patrimoniale e successoria considerare tutti i fattori legati alla tecnologia e al digitale?
La pianificazione patrimoniale è anche questo: proteggere i nostri affetti e conservare tutela e trasferire in maniera efficiente il nostro patrimonio….anche e sempre più in digitale.
Dott.ssa Marcella Tenti