NEW BANKS DIGITALI E EVOLUZIONE DELLA CONSULENZA

Mentre stanno arrivando i primi resoconti del 2018 “Mifid II compliant” e siamo in attesa di vedere le eventuali reazioni della clientela (upper affluent e private su tutte), assistiamo alla proliferazione dei processi di digitalizzazione del mobile banking.

 

Sembrerebbe, come affermano importanti società di consulenza, che i Millennials (che rappresentano una parte importante dei cluster bancari sul piano qualitativo ma non ancora sul piano quantitativo) abbiano quasi buttato via filiali, estratti conto cartacei per affidarsi ad app e approcci “mobile”. In Italia è un fenomeno ancora residuale e comunque guidato dai principali attori del sistema bancario, mentre a livello internazionale la deriva è molto più importante e diffusa.

 

Un trend che sembra inarrestabile e che sta mettendo alla corda le banche più tradizionali anche per i costi di servizio al cliente molto più bassi che queste nuove banche “mobile” riescono a generare. Un trend che, oltretutto, si somma alla pressione che le grandi piattaforme (Google, Apple, Facebook, Amazon e altre minori) stanno mettendo sull’evoluzione dei sistemi di pagamento (anche se non ancora sui servizi bancari “old style”).

 

Come diciamo da tempo, siamo convinti che i GAFA non vogliano (per il momento) aprire il loro business alle logiche bancarie in senso stretto (anche se Facebook ha comprato una licenza bancaria in Irlanda e Amazon fa “lending peer-to-peer” per diversi miliardi di dollari). Il loro obiettivo principale rimane quello di accedere a quei dati reddituali e patrimoniali generati dai sistemi di pagamento che trasformeranno i loro già importanti “Big Data” comportamentali in “Better data”.

 

In ogni caso, la doppia pressione sul sistema bancario tradizionale (GAFA e new banks digitali) costringe tutti gli operatori a confrontarsi con due diverse “perturbazioni” di mercato. Da una parte, i nuovi player bancari puntano tutto su costi bassissimi, user experience e velocità di esecuzione. Dall’altra, le grandi piattaforme educano progressivamente i clienti a scelte clusterizzate che spesso modificano scelte consolidate da tempo e li rendono infedeli. Per questo, la sfida culturale e di business del futuro di tutto il sistema sarà quella di generare comportamenti di acquisto o servizio veloci sui canali digitali. Ma il vero problema sarà farlo attraverso quei “Better data” che consentano di comprendere “dall’alto” i bisogni del cliente e di soddisfarli rapidamente.

 

Tutto questo flusso “perturbato” impatterà anche i processi di consulenza del private banking? Non è semplice dare una risposta perché siamo tutti consapevoli che il mondo private sarà comunque attraversato da momenti di compressione dei margini e di evoluzione/rivoluzione dei business model generati dalla metabolizzazione della Mifid II da parte dei diversi mercati: produzione, distribuzione, clientela. Ma il tema di fondo è che, con ricavi e margini in flessione, sarà difficile per tutto il sistema private (e anche per tutte le banche universali) poter effettuare quei fortissimi investimenti in tecnologie evolute e userfriendly che possano consentire:

 

  • di mantenere livelli competitivi con le nuove banche digitali e con la pressione dei GAFA sui sistemi di pagamento e sulla loro evoluzione;
  • di gestire il fenomeno del robo-for-advisory o, addirittura, del robo-advisory come acceleratore dei processi di consulenza al cliente, affluent e private in primis;
  • di avere le basi tecnologiche per creare quelle community ed relativi sistemi di gestione social della clientela che consentano di “minare”, in concorrenza con i GAFA, dati comportamentali significativi della clientela senza compromettere quelle logiche di fiducia che sono la “benzina” del rapporto di intermediazione finanziaria.

 

 

Anche perché le perturbazioni di questa fase potrebbero diventare molto più complesse da gestire se, nel futuro prossimo venturo, le grandi piattaforme decidessero di scendere direttamente in campo sul canale bancario, integrando i servizi delle new digital banks e quelli delle società di consulenza patrimoniale digitalizzata. Un sistema integrato di data driven economy, canali e prezzi digitali, consulenza robotizzata che potrebbe portare ad una ulteriore compressione dei margini e alla prossima puntata dell’evoluzione del sistema: la quotazione diretta dei fondi sul mercato.

 

Come dire, il ritorno della tempesta perfetta…